giovedì 18 agosto 2011

L'essenza

Si, mi è venuta la febbre a 29... Mi sono ammatito, sono in vacanza a Monginevro, c'è un bike park perfetto per la mia Intense, ho lo stagionale, eppure sto andando più a pedalare con la 29 single speed che a guidare con la Tracer. La ragione è semplice è il gioco nuovo e quindi ne ho più voglia.
Pedalare in solitaria con la singlespeed in montagna è meraviglioso, la mente galoppa dove la salita non tira, oppure si annulla sugli strappi più ripidi  per concentrarsi sullo "spingi-tira" delle gambe.
L'altro giorno ho fatto il giro del Lago dei 7 Colori con Federico di Mde, si sale fino al forte del Gondrands, su una militare senza troppi strappi in mezzo ai prati. Raggiunto il crinale lo si segue su un singletrack in "mangia e bevi" fino al famoso laghetto, poi da li si scende su uno dei sentieri più belli che io abbia mai fatto, fino a Claviere.
Era il primo giro in montagna per Federico e ce la siamo presi comoda, ci siamo goduti il giro.
In particolare nel pezzo che dai Fortini porta al lago, si sale e si scende, in un paesaggio che all'inizio sembra lunare e poi mi ricorda la pampa Patagonica.
Ed' è su questo singletrack che ho pensato per l'ennesima volta, quanto sia bello andare in bici, le ruote sulla terra, l'erba ai lati, il serpente del sentiero che si distende a perdita d'occhio. Più della discesa spettacolare, del salto perfetto, della salita impossibile o della gara importante, per me la cosa più bella della mountainbike è percorrere un single track con la sensazione del viaggio senza meta, del movimento senza scopo.
Ricordo quando sono risalito su una bici da pedalare dopo anni di dirt, oviamente avevo male al culo, il fiatone, il cuore a 200 battiti e continuavo a chiedermi chi diavolo me lo facesse fare di pedalare,  ma come ho imboccato il sentiero e sono entrato nel bosco, mi sono sentito a casa. 

2 commenti:

  1. Dopo anni e anni di mtb, sfiorando o vivendo le varie sfumature di questo sport, sono arrivato al punto di voler recuperare l'essenzialità della bici e soprattutto l'essenzialità del sentiero, del singletrack, che poi è l'anima della MTB. E da qui ho riscoperto la capacità di apprezzare quella che io chiamo l'estetica di un sentiero. Non importa se sia salita, piano, discesa o mangia-e-bevi: ci sono sentieri esteticamente belli, ed nel momento in cui li percorri la percezione del mondo cambia. Cambia il tempo, la velocità, il respiro, tutto è amplificato eppure ovattato, surreale. E in quei momenti la singlespeed è la bici perfetta. ;-)

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  2. A vedere la foto ho tanta voglia di fare quel sentiero. Non importa se in ss o con la 26, mi piacerebbe comunque affrontarlo con una due ruote a pedali.
    @one

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