lunedì 26 settembre 2011

SSIT 11

Venerdì prima della gara, mentre caricavo il furgone, non sapevo cosa aspettarmi dalla 7° edizione del Campionato Italinao Single Speed, meglio conosciuto come SSIT.
Avevo un misto di aspettativa agonistica e gogliardica, con un pizzico di curiosità per vedere da vicino questa comunità di ciclisti mono-marcia.
La location Saint Nicolas, sopra Aosta, è stata la prima sorpresa della "gita". Paesino incredibilmente "svizzero" con pascoli verdi come campi da golf e una vista incredibile sulla valle di Cogne e il ghiacciaio del Rutor.
IL PERCORSO
Montato il campo nomadi che ormai contraddistingue i superstiti del team Slope Dope, alle 18 indossavo casco e scarpette pronto a provare il percorso di gara.
Un crescendo di quello che mi piace trovare quando vado in bici. Pineta sali scendi con uno strappo veramente impegnativo, salite in strada poderale con la giusta pendenza, single track fantastici, pietre, terra e sponde.
Circa 18 km veramente intensi e belli.  Nelle 2 discese, dh1 e dh2, ho per l'ennesima volta apprezzato la mia bici monomarcia. Dicono che ci fosse un panorama mozzafiato, visto che si scendeva su pareti quasi verticali sulla valle, io ero troppo impegnato a godermi le linee per guardare i precipizi.
Non contenti dopo cena abbiamo montato le luci e ci siamo di nuovo messi in sella. Marco Yoda Nicoletti, organizzatore e ispiratore dell'evento, ci ha condotti su un single track veramente emozionante, un lungo traverso con un torrentino sulla destra e uno strapiondo sulla sinistra, nel silenzio della notte con le bici che non avendo il cambio non sferragliano, con una pendenza da non farci soffiare, ho goduto del silenzio e della magia del posto.
Purtroppo il sabato ha portato nuvole e e pioggia, peccato per gli accompagnatori perchè con tutti i tipi di pioggia c'era sempre qualcuno che pedalava...
Il rammarico del week end è stato non partecipare alla PIXIE CROSS, cosa che non mancherò di fare il prossima anno.
L'AMBIENTE
Vado in bici da una vita e frequento campi gara da quando avevo 14 anni, posso dire che l'ambiente del single speed è uno dei più "estetici" che abbia mai visto, diciamo che l'80% delle bici sono curatissime negli allestimenti, si sprecano serie sterzo Chris King e pezzettini da veri intenditori. Anche l'abbigliamento è molto curato, maglie Biciclista o comunque vintage quasi d'obbligo. Non nego che il primo pensiero è che sia un mondo di poser.  Poi pedalandoci assieme e parlando viene fuori che sono tutti mountainbiker da una vita, più che appassionati direi innamorati delle 2 ruote. Gente che fondalmentalmente pedala per il piacere di farlo, c'è una ragazza che è arrivata da Pavia in bici, una famiglia che ha portato il nonno in tenda per guardare i due figli e fare così la gara assieme marito e moglie. Un paio di ragazzi che sono venuti dalla Sicilia, altri dal belgio.
Domenica mattina diluviava e l'unico preoccupato era Yoda, l'organizzatore, tutti dicevano, sono solo due goccie partiamo lo stesso...
è stato un piacere condividere questi senteri spettacolari con loro.
LA GARA
Partenza particolare, i numeri da una parte, le bici da un'altra e i bikers da un'altra ancora, si corre tutti assieme fascette in mano, si recupera il proprio numero, poi la bici, si monta il tutto ed infine si parte.
Risultato: non si capisce più quanti ne hai davanti e dietro, ma tanto la posizione non conta!
Ausilia Vistarini ha vinto la sua 7° maglia tricolore (è la ragazza arrivata da Pavia in bici)
Erik detto Jhon Tomac con la bici prestata da Marco Yoda ha vinto la sua prima gara in single speed ma sopratutto è completamente impazzito per le bici senza marce...
Io sono partito troppo forte e ho pagato un po', mi sono poi ripreso da metà gara e credo di aver finito 4°, non che abbia molta importanza.
Ho in mente il momento esatto in cui ho finito di maledirmi perchè mi ero tirato troppo il collo in partenza e ho pensato, ma si è una festa è bello pedalare in mezzo a questa gente, ho cominciato a sorridere, l'ipod ha messo una bella canzone di  Beck, da li a poco la gamba ha ricominciato a spingere e piano piano ho riguadagnato posizioni. Poi c'è stata la discesa e li ho veramente dato il meglio di me...
All'arrivo tutti si complimentavano per le prestazion reciproche, per la prima volta da quando faccio gare ho respirato il vero FAIRPLAY.
Decisamente una delle esperienze agonistiche migliori della mia vita.
E un'altro bel week end di bici.








domenica 4 settembre 2011

Clavierissima

Sta mattina la pioggia ha aggiunto un po' di pepe alla mia impresa, una granfondo in single speed.
La Clavierissima a Claviere, 42 km e 1.500 metri di dislivello.
Saranno stati più di 15 anni che non facevo una gara di cross country, non mi ricordavo più cosa volesse dire partire tutti assieme, 3-400 persone, l'odore delle creme scalda muscoli, le bestemmie di qualcuno che invece di divertirsi si stressa. Impressionante la quantita di borracce sul percorso, nei primi 6-7 km ero continuamente stupito, poi ci ho fatto l'abitudine. Io ho bevuto una borraccia in 42 km... e ovviamente l'ho riportata a casa. Incomentabili quelli che mangiano barrette e bevono pozioni magiche da fialette di plastica e buttano tutto per terra, l'ho visto fare da gente che era con me, non da chi si stava giocando il mondiale...
Ad ogni modo, con il pettorale 521 sono partito dall'ultima griglia e dall'ultima fila. Credo di essere stato l'unico a fare la gara in singlespeed e di sicuro l'unico con i pantaloni larghi...
La pioggia non è stata male, si stava bene di temperatura, unica pecca, il fanghetto rallentava parecchio le ruote in salita, con un'effetto tipo colla.
Già dalla prima salita mi sono accorto di essere in giornata, la gamba girava bene e anche l'ipod ha scelto delle canzoni perfette per ogni momento, Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, sulle ultime rampe della salita ai gondrands, con il cielo nuvoloso che si apriva, mi ha strappato un sorriso. Così come la versione dei Metallica di Last Caress dei Mysfits mi ha caricato sulla prima discesa.
Ho avuto un solo momento di sconforto, negli ultimi 3-400 metri di salita, una militare ripida, con fondo di sassi e terra che con il fango sembrava colla, sapere che erano gli utimi metri mi ha fatto desiderare di scendere e spingere a piedi, poi un'altro corridore, mi ha guardato, non riuscivamo a parlare dalla fatica, ha indicato il mio unico pignone e mi ha fatto il pollice, è stato come se mi avesse spinto, mi sono alzato in piedi e ho spinto ancora di più fino a scollinare. Da li solo discesa fino all'arrivo, single track all'inizio e poi piste da sci, da 60 km/h.
Devo dire che lì le 29 hanno fatto la differenza...
Dove ho dato veramente il meglio di me è stato sui singletrack, in salita o discesa che fossero, ho sorpassato un sacco di gente. Mi sono stupito pure io di quanto ne avessi nelle gambe negli strappi e nei rilanci.
6 mesi fa mi avessero detto che avrei fatto una granfondo, per giunta senza il cambio, sarei scoppiato a ridere...
Non so chi abbia vinto, so che ci ho messo 40 minuti più di lui, ho chiuso al 124°posto, per me è come se avessi vinto io...
anzi ho vinto io!